Debbie Doyle, bella, ricca,
intelligente ha deciso di rubare i clienti all'Indagatore dell'Incubo, a colpi
di concorrenza sleale. Oltre ad avere aperto il suo ufficio proprio in Craven
Road e ad avere come tariffa novanta sterline al giorno più le spese (dieci
sterline in meno del salario richiesto da Dylan!), Debbie si avvale per le sue
indagini degli ultimi ritrovati tecnologici. Per la prima volta, il nostro eroe
si trova a fare i conti con un nemico molto più pericoloso di zombi, vampiri,
lupi mannari e mostruosità assortite. Una rivale agguerrita e senza pietà,
decisa a espropriarlo del suo territorio di caccia: l'Incubo!
Il 2005 dylaniato si apre con un
soggetto che meglio sarebbe stato adatto a un “grouchino”. Il folle assistente
dell’indagatore dell’incubo è infatti autentico mattatore e vero assoluto protagonista
dell'albo. Il numero di battute sparate a raffica per tutta la sceneggiatura
penso sia un record per la serie, ma ritroviamo qui anche un Groucho “serio” che
partecipa attivamente all’indagine, spronando un Dylan particolarmente
rinunciatario e a tratti irriconoscibile (all’inizio dichiara pure di essere stufo
dell’horror!!!) e supportandolo da vero amico. E il baffo riesce pure a fare breccia
nello scontroso cuore dell’antipatica Lizzie! Del resto l’idea di base nasce
come una sorta di parodia al femminile di Dylan Dog, com’è evidente fin dalla
copertina di Stano, visto che Ruju insiste, pure fin troppo, a ricalcare Debbie
Doyle sul nostro: stesse iniziali, stesso abbigliamento (almeno dalla cintola
in su), assistente al seguito (che però è l’antitesi di Groucho), studio a due
numeri civici di distanza in Craven Road con tanto di corridoio pieno di mostri
e identica poltrona su cui Debbie siede con le mani in posizione dylandoghiana.
Un’imitazione in piena regola che però mostra la corda già dopo le prime 30-40
pagine. Da qui la storia comincia a trascinarsi faticosamente in trasferta, crollando
in un finale colmo di incongruenze: perché Debbie fa di tutto per inimicarsi
Dylan se ha bisogno di lui? Perché partecipa
all’indagine se fino a poco tempo prima aveva fatto di tutto per restarne
fuori, arrivando addirittura ad usare un nome d’arte?? Come fanno i fantasmi a
sapere il cognome della gente sbagliando però clamorosamente persona? Tutti
difetti che confermano quanto Concorrenza sleale sarebbe stata perfetta
per un formato breve in stile “grouchino”. Per fortuna ci sono i disegni di Casertano
a rendermi magnanimo. Il Giampo, che si regala anche un cameo nell’ultima
vignetta dell’albo, riesce a far emergere con forza il suo tratto malgrado le
vignette siano quasi 5-6 per tavola e fitte di dialoghi e battute, supplendo
alla carenza di spazi con qualche piccolissimo sforamento dalla “gabbia bonelliana”.
Curiosità: (1)Lizzie rimarca una
non-somiglianza di Dylan.. a Hugh Grant!! (2)A pag. 28 viene citato (criticato?)
indirettamente il libro Va’ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro. (3)A
pag. 53 Groucho cita liberamente il panglossismo deriso da Voltaire nel suo
romanzo Candido. (4)Nell’Horror Club (inedito) troviamo Dylan, in un bel
disegno di Stano, a far da testimonial a una nuova campagna sociale, questa
volta contro la dipendenza dall’alcool (e chi meglio di lui..)
BODYCOUNT: 1 (+ una serie di
morti non quantificabili nel flashback)
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Beh, non potevi
pretendere di essere sempre il miglior indagatore in un campo dove non ne
esistono altri”.
VOTO: 6
Soggetto: Ruju (58)
Sceneggiatura: Ruju (58)
Disegni: Casertano (28)
Uscita: Gennaio 2005

Divertente tutta la prima fase con gli alter ego femminili di Dylan e Groucho, poi la fase successiva col caso in trasferta è davvero scialba. Casertano, qui, in una di quelle sue prove ipercaricaturali che non mi fanno impazzire, ma bravissimo nelle scenografie.
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