Strano mondo quello dei
collezionisti di libri antichi, soprattutto poi quando si tratta di libri dai
poteri, diciamo insoliti, com'è il caso del Grimorio Bianco. Ma, se è vero, che un autentico collezionista trova che nessuna azione
sia troppo riprovevole pur di conquistare l'agognato volume, oggetto delle sue
mire, ebbene, nel caso del conte Gregory Babalkan, la faccenda sconfina nel
cupo territorio della negromanzia. Già, perché il conte è un mago, ma di quelli
cattivi, e vuol distruggere il Grimorio per avere libero accesso alla Porta del
Regno delle Ombre, come non manca di spiegare a un attonito Dylan la signora
Trelkovsky
Albo che vedo l’esordio di uno
dei personaggi ricorrenti più odiati dai lettori, “quel nano infame” (per citare
il titolo italiano del film Little Man di Keenen Ivory Wyans del 2006)
di Winston McCloud. In questa storia, in cui facciamo per la prima volta la sua
conoscenza, la presenza del potentissimo mago in miniatura è meno invasiva che nelle
successive apparizioni. Il problema di questo n. 216 risiede nel classico
difetto (almeno a mio gusto) dei soggetti di De Nardo: troppo fantasy e poco
horror, nonostante il richiamo a La nona porta (The Ninth Gate,
1999) di Roman Polansky. Ed è un peccato perché la sceneggiatura funziona bene,
al netto di una certa verbosità in alcuni passaggi troppo elevata, soprattutto
quando De Nardo si incaponisce a spiegarci simboli ed esoterismi vari. Lo stile
narrativo però funziona a partire dalle didascalie, marchio di fabbrica
denardiano, alternando momenti tesi ad intermezzi divertenti (su tutti Dylan
che si risveglia nudo in casa della sconosciuta) con un ritmo che cresce sempre
più man mano che si arriva verso il finale. Un paio di potenti stoccare
orrorifiche fortunatamente ci sono: l’antiquario ucciso dai ragni (una mezza
citazione a L’aldilà di Fulci?) e lo splatteroso parto demoniaco a pag.
94, che riporta la mente a Sinfonia Mortale. La storia soffre
dell'assenza di un antagonista carismatico per Dylan (Babalkan, che deve il suo nome al Boris Balkan del già citato La nona porta, rimane troppo
sullo sfondo), ma trova nella “gazza” un personaggio interessante e che ci
regala anche un omaggio a Diabolik. Da notare come nel giro di pochissimi mesi
Dylan abbia una relazione con una ladra professionista (era appena successo in L’alchimista),
altro segno che la curatela in quel periodo non fosse troppo attentissima,
nonostante le “rassicurazioni” contenute nell’Horror Club (inedito) che
attribuivano a Sclavi il delicato compito. Aggiungiamoci anche che la vicenda è
ambientata ad Halloween, mentre l’albo è uscito a fine agosto. Bigliardo meno
performante che nelle precedenti uscite, soprattutto perché spesso i balloon gli
“mangiano” parecchio spazio nelle vignette,
ma nota di merito per la sua Madame Trelkovski: per me nessuno la disegna meglio
di lui. La copertina di Stano farà “felici” gli aracnofobici, peccato per lo
sfondo neutro e l’effetto ragnatela addosso a Dylan che poteva essere reso
meglio.
Curiosità: (1)Nell’Horror Club
(inedito) viene ammesso, per la prima volta, che Sclavi si è preso una lunga
pausa di riflessione. Al contempo veniva pubblicizzata l’intervista al Tiz in
una puntata (intitolata “Il caso Dylan Dog”) del programma “Antistoria del
fumetto italiano” in onda su un canale della rete Sky. Se non l’avete mai
vista, la potete trovare su Youtube a questo link. (2) Da pag. 12 a pag. 14 l’autoradio
trasmette “Crush on you” di Bruce Springsteen.
BODYCOUNT: 5
TIMBRATURA: No (sicuramente è sì,
ma come in altre occasioni se è fuoricampo non la conteggio)
CITAZIONE: “La notte delle
streghe. La notte del mistero e della magia. La notte in cui le porte dell’altro
mondo si schiudono, permettendo il transito tra i due piani della realtà”.
VOTO: 6
Soggetto: De Nardo (10)
Sceneggiatura: De Nardo (10)
Disegni: Bigliardo (6)

Ho il computer spento e quindi non posso consultare i miei appunti: la ricordo come una storia poco appassionante. Però a me il nano infame sta simpatico e mi ha fatto piacere, l'altro giorno, ritrovarlo in "I professionisti" 😀.
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