Un'esistenza dorata, quella
del signorino Walt, efficientemente accudito, nella sua sontuosa dimora,
dall'irreprensibile maggiordomo Edgar e da uno stuolo di solerti servitori.
Beh, perlomeno sarebbe dorata se la casa non pullulasse letteralmente di fantasmi!
Secondo il padre del giovane rampollo, la situazione potrebbe mettere a dura
prova la serenità di Walt, così l'augusto personaggio non esita a coinvolgere
nella faccenda direttamente Dylan Dog. Che, in assenza del padrone di casa, non
tarda a fare alcune scoperte piuttosto interessanti.
Ruju torna sulla serie regolare
dopo oltre un anno e ci regala una storia ben confezionata che rifugge i
classici cliché delle case infestata e trova nel maggiordomo Edgar l’autentico mattatore.
Edgar Branson, più ligio al dovere del James Stevens di Quel che resta del
giorno (The Remains of the day di James Ivory, 1993) per buona parte
dell'albo ruba la scena a tutti, Dylan compreso con i suoi monologhi affidati
alle didascalie e i suoi rimedi naturali (utilizzati anche contro le manifestazioni
ectoplasmatiche!!). Per merito di un’azzeccata location, Ruju riesce a creare
un’atmosfera angosciante, vedasi le
inquietanti statue collocate sia negli interni che negli esterni della villa di
Brentwood e alle apparizioni degli spettri. Grosso del merito va ascritto ai mirabolanti
disegni di Bigliardo che realizza delle indimenticabili “fantasmesse” tanto orrorifiche
quanto sensuali nelle loro pose sexy-cadaveriche. Gustosamente spaventosa, in
questo senso, la scena in cui Dylan sogna di venire massacrato (pagg. 77-78). Ruju
gioca a carte scoperte, non facendo nulla per nascondere la provenienza dei
fantasmi. Scelta che ci può stare, anche se pare strano che il mai nominato
cliente di Dylan non sapesse nulla delle particolari abitudini del figlio. Al
di là del soggetto piuttosto semplice, il vero punto debole è rappresentato dalla
risoluzione finale, davvero poco convincente, ultima pagina a parte. Efficace e horror al punto giusto la copertina di Stano, con l’effetto dell'ectoplasma che fuoriesce dal muro.
Curiosità: (1) La firma di Stano
in copertina porta ancora come anno il 2003. (2) Il massacro immaginato da
Dylan mi ricorda quello subìto da Ray Lovelock in Il delitto del diavolo
(1970, di Tonino Cervi). (3) A pag. 49, seconda vignetta, Dylan beve un boccale di birra!!
BODYCOUNT: 2 (oltre alle “già
morte”)
TIMBRATURA: Sì (1, Angie)
CITAZIONE: “Organizzazione, efficienza
e puntualità sono il segreto per un lavoro ben fatto”.
VOTO: 7
Soggetto: Ruju (52)
Sceneggiatura: Ruju (52)
Disegni: Bigliardo (5)

Soggetto mediocre e sceneggiatura eccellente: è sempre difficile giudicare albi di questo tipo.
RispondiEliminaComunque è questo l'albo non barbatiano migliore del 2004 secondo me. Sempre che non rivaluti qualcosa.
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