Una grande e antica famiglia,
quella dei Barathon. Ma una famiglia che sembra condannata all'estinzione, da
quando Jeff Barathon, l'ultimo della sua stirpe è scomparso insieme a tre
amici. Il vecchio lord Barathon, suo nonno, è convinto che il segreto della sua
sparizione sia custodito nella misteriosa e sinistra magione in cima alla
collina che fronteggia la residenza padronale, ma chi, eccettuato Dylan Dog,
sarebbe propenso a prendere in esame l'ipotesi di una casa maledetta?
L’annata 2004 è inaugurata da una
delle storie considerate tra le peggiori (se non la peggiore) di sempre dai
lettori dylaniati. Non sarò certo io a farvi cambiare idea, perché la penso
allo stesso modo. Tanto per cominciare la trama non ha nulla a vedere con Dylan
Dog e la sceneggiatura rende ancora più evidente quanto lontanissimo sia quest’albo
dalle atmosfere della serie e dal personaggio. Siamo in pieno territorio fantasy
(il tema della casa maledetta è solo un pretesto, subito abbandonato), trattato
oltretutto con una faciloneria disarmante. Un Dylan irriconoscibile è attorniato
da personaggi inutili (gli amici di Jeff), macchiettistici (il militare, la
sensitiva), irritanti (il finto mago, il nonno) e si muove in un mondo che
vorrebbe essere un mix tra Zed e uno degli Inferni, senza lontanamente
possederne il fascino o l’ispirazione. L’azione si trascina tra improbabili
incantesimi, insensate sparatorie (ci va di mezzo pure un topo!), dialoghi sconcertanti
(cult la sensitiva che spara a un demone gridando “va all’inferno mostro”).
Pessime anche le batture di Groucho, che almeno si ricorda dove si trova
facendo il verso alla sopracitata battuta di Ethel (“Va all’inferno! Non
questo, un altro!”). L’albo penso detenga anche il record per numero di
volte in cui viene nominato il “quinto senso e mezzo” di Dylan. Neanche come
trashata involontaria può essere rivalutato questo n. 208, considerato che
Faraci impone colpevolmente un registro serio alla vicenda e non si ride
neanche per sbaglio. La definitiva pietra tombale è posta dai disegni di Cossu:
i mostri e i demoni paiono inoffensivi, gli umani, quando dal testo dovrebbero
apparire terrorizzati dalla paura, restano invece impassibili. Si salva la copertina
di Stano, Dylan stilizzato a parte, con quelle pennellate in bella vista che a
me piacciono tanto.
Indifendibile sotto qualsiasi punto
di vista. Un mondo che non avrei mai voluto conoscere
BODYCOUNT: 2 (oltre
a un numero imprecisato di demoni)
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Sì,
è lei… La casa maledetta! Se ne sta lassù, in cima alla collina a guardami
giorno e notte.. e a sfidarmi!”
VOTO: 4
Soggetto: Faraci
(9)
Sceneggiatura: Faraci
(9)
Disegni: Cossu (15)

Non la considero la peggior storia di sempre perché perlomeno è scorrevole: per me le peggiori storie sono quelle in cui leggi dieci pagine e poi devi tirare il fiato per mezz’ora, per la troppa fatica fatta (tipo “Requiem per un mostro”). Però è una storia indifendibile: fosse stata scritta da un novellino capirei, ma Faraci è uno che quando s’impegna sa scrivere, quindi, quando non s’impegna, mi fa arrabbiare.
RispondiEliminaSu Cossu, come sai bene, non condivido 😁. Riporto ciò che ho scritto nel mio archivio: “Per fortuna, c’è il sempre ottimo Ugolino Cossu a innalzare le sorti dell’albo. Sin dalla prima pagina, l’artista romano ci immerge in un clima molto opprimente, con una lugubre villa che sorge su una collina dagli alberi spogli, mentre una notte di Luna piena immerge l’intero quadro in una luce sinistra. Nel prosieguo, oltre a ottime scenografie esterne e interne, possiamo ammirare anche personaggi estremamente espressivi”.
Neanche per me è la peggiore di sempre. La peggiore però sempre Faraci l'ha scritta, ma non sulla regolare.
Elimina"Demon blob" o "Fantasma cercasi" 🤔 ?
EliminaUno dei due. Ti lascerò con il dubbio! :)
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