Un tipico parco londinese,
un'oasi di pace e tranquillità nella confusione della metropoli. O, per lo
meno, è così che dovrebbe essere. In realtà,
in quel parco accadono cose inspiegabili, da quando un bambino vi è stato
ucciso. Alcune persone vengono letteralmente inghiottite dalla nebbia, una
cortina spessa e densa che sembra trarre alimento dai segreti più
inconfessabili dell'anima, per poi riemergerne ottenebrati per sempre, oppure
morti. Anche Dylan vi si smarrisce e proprio in quell'istante scorge il cuore
della Verità.
Se qualcuno all’epoca avesse
ancora avuto bisogno di una conferma della piena maturità di Paola Barbato come
fumettista, l’avrebbe trovata in questa storia, scritta in modo quasi perfetto fin
dall’incipit e con notevoli progressi anche nell’utilizzo di un personaggio “ostico”
come Groucho. Non vedo alcun difetto poi nel puntare i fari sul colpevole già a
metà albo, l’albo fortunatamente non è un banale gialletto: il mistero che
avvolge la vicenda non è legato all'identità del presunto serial killer, ma alla
nebbia che avvolge l’inquietante parco. Lodevole che Barbato non si abbandoni
né agli eccessi “spiegazionisti” del passato né a facili moralismi, tenendo
delicatamente in ombra l'argomento pedofilia. Quello che però non sono mai riuscito
a digerire è il comportamento di Dylan nel finale. Quando leggo l'ultima
battuta sulla "giustizia che è stata fatta" (che riporto anche in citazione)
mi chiedo sempre chi sia il personaggio che la pronuncia, perché davvero non
può essere Dylan Dog. Un'uscita del genere me l'aspetterei dal Dylan ancora in
divenire degli Uccisori, non da quello che ho conosciuto nei 200 albi
che stanno in mezzo. Non critico la scelta in senso assoluto, anzi, per come si
sviluppa l'albo la soluzione ci sta, ma a me non piace, è un Dylan in cui non
mi ritrovo. E’ vero che il nostro subisce una sorta di costrizione, ma la
scelta alla fine è tutta sua e credo che in altre circostanze non si sarebbe
arreso così facilmente a una soluzione tanto drastica pur potendo contare su
pochissime prove per incastrare il colpevole. In ogni caso, al di là dei gusti personali, resta poco credibile che sei persone rimangano omertose davanti a un crimine di quel genere, se veramente se n'erano accorte. Passando al comparto disegni,
siamo forse di fronte se non al capolavoro dylaniato di Brindisi, sicuramente
ad una delle sue prove di eccellenza assoluta. Alcune delle sue tavole, in
particolare quelle avvolte dalla nebbia che sembra quasi fuoriuscire dalla
pagina, sono da slogamento di mascella. Nebbia ben resa anche da Stano in
copertina, anche se non con la stessa vitalità del collega.
In sintesi una storia ottima
sotto quasi tutti i punti di vista, a mani basse la migliore dell'annata 2003,
che però non sono mai riuscito ad amare.
Curiosità: Comparsata di Madame
Trelkovsky e Lord Wells.
BODYCOUNT: 6
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “A volte mi chiedo
ancora se ho fatto la scelta giusta, e non so darmi una risposta… ma sono
sicuro che giustizia è stata fatta…”
VOTO: 8
Soggetto: Barbato (17)
Sceneggiatura: Barbato (16)
Disegni: Brindisi (28)

Anch'io non sono mai riuscito ad amarla del tutto e a differenza tua non la considero nemmeno la migliore del 2003 (credo la lascerò fuori del podio).
RispondiEliminaAaaah sono curioso di vedere la tua classifica allora.
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