"Hund!" è l'unica parola che scivola tra le labbra dell'assassino. Cosa
vorrà dire? Un gigante invulnerabile si scatena nelle strade londinesi,
uccide con la freddezza di una macchina e nessuno riesce a fermarlo. La
sua forza nasce da un'antica profezia, la sua mente vuota tende con
forza a un unico scopo: seminare distruzione. Soltanto un uomo
predestinato può arrestare questa furia, e il suo nome è… Dylan Dog!
Storia tra le
meno convincenti di Sclavi. L'idea in sé (il Golem-Terminator) è talmente
stramba da risultare quasi geniale, ma le forzature per tenerla in piedi sono
eccessive e la sceneggiatura fa spesso acqua o è poco credibile. Passi la
predestinazione di Dylan, per la prima volta al centro dell’indagine stessa
come sarebbe piaciuto all’attuale curatore della testata. Ma l'angelo
sterminatore che non sa l'inglese e che però per ben due volte crede ciecamente
alle parole di Dylan (il bambino, il cane-hund) che improvvisa sull'onda di non
meglio precisate intuizioni e Groucho miglior investigatore sia del suo capo (e
ci sta) che di Scotland Yard (l’inverosimile abbaglio su Timothy Hund), senza scomodare imprecisioni linguistiche o
altro, sono decisamente troppo. Le molteplici somiglianze con il Terminator di
Cameron, in linea teorica, ci potrebbero anche stare, ma anche in questo caso
Sclavi esagera (perché anche lo scheletro di metallo??), spezzando
quell’equilibrio quasi perfetto grazie al quale le citazioni restano al servizio
della storia e non viceversa. Un’ alchimia miracolosa che, negli albi più
riusciti, trasforma un soggetto derivativo in qualcosa di assolutamente fresco
e coinvolgente, se pur paradossalmente composto da situazioni già viste/lette. A
spostare il voto sopra la sufficienza contribuiscono, in questo caso, il simpatico
personaggio di Rabbi Allen (che deve nome e aspetto al celebre Woody) e il suo “botta
e risposta” a suon di proverbi yiddish con Groucho. Sulla mia valutazione
incidono in senso positivo anche la massiccia dose di splatter, il ritmo
serratissimo e, inevitabilmente, il fattore nostalgia. Convincente la prova del
duo M&G ai disegni, con alcune tavole davvero memorabili: il Big Ben
macchiato di sangue, la carneficina al condominio, l’omaggio a Dino Battaglia.
La copertina con lo Schwarzy-Terminator alle spalle di un Dylan ferito è tanta
roba e si segnala, a livello statistico, per essere l’ultima (se non erro) in
cui Dylan indossa una camicia non rossa.
Curiosità: (1)la storia è temporalmente collocata nel giugno del 1986 anche se l'albo è uscito oltre un anno dopo. (2) Questo è il primo di svariati titoli che sfoggia il punto esclamativo! (3) Il maggiolino qui viene completamente distrutto, ma nel numero successivo riappare come nulla fosse accaduto. Miracolo del meccanico??
BODYCOUNT: 15 (oltre a un numero non quantificabile di civili e poliziotti)
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “L’Angelo della Morte si
sveglierà e porterà la distruzione sulla terra. Un solo uomo potrà
impedirglielo, e l’Angelo della Morte per primo dovrà uccidere lui, se vorrà
proseguire la sua opera..”
VOTO: 7
Soggetto: Sclavi (13)
Sceneggiatura: Sclavi (13)
Disegni: Montanari&Grassani (3)
Grandissimo Altair! Recensioni sempre di ottimo livello!
RispondiEliminaContinua così!!! ;-)
Sempre gentilissimo Nima :)
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