venerdì 6 marzo 2020

Dylan Dog #13 - Vivono tra noi


Può essere vicino, molto più di quanto crediate... Può essere un amico, un parente, vostra moglie! Dylan lo sa, e sa che non è solo: molti altri come lui vivono nascosti sotto una maschera umana, ma sono mostri. Ma sa anche che la loro è un'esistenza terribile e oscura, che si consuma nella notte e nella vergogna, bruciata dalla solitudine e dalla sete... di sangue!

Storia dalla struttura atipica, con parte centrale piuttosto convenzionale e incipit/finale perfettamente simmetrici e precursori di quel capolavoro che sarà il n. 62 I Vampiri, sebbene privi delle implicazioni socio-politiche di quest’ultimo. Qui riemerge il tema della normalità del diverso, dei “mostri siamo noi” caro a Sclavi che in quest’occasione scrive il soggetto, lasciando per la prima volta ad altri la sceneggiatura, affidata alle capaci mani di Giuseppe Ferrandino. Lo Sclavi-pensiero è affidato alla voce narrante di Derek (“Chi sono i veri vampiri?”), con l'amore che stravince ancora una volta sulla morte (“L’unica cosa normale, Cindy, è l’amore”). La differenza tra le varie parti dell’albo è messa in risalto anche dalla rappresentazione grafica dei vampiri: inediti volti in decomposizione nel prologo/epilogo, conformi all’iconografia classica con i canini super sviluppati nella parte più tradizionale, dal sapore vintage (anche se, a differenza del solito, si tratta di vampiri che non soffrono la luce del sole). Quest’ultima, non a caso, è pesantemente ispirata alla breve storia a fumetti Al crepuscolo volano i vampiri disegnata da Reed Crandall (segnatevi questo nome) su testi di Archie Goodwin per la rivista Creepy e pubblicata in Italia da Mondadori nella raccolta Le spiacevoli notti dello Zio Tibia nel lontano 1969. L’omaggio è platealmente dichiarato a pag. 4, con un gioco di “fumetto nel fumetto” anticipatore della soluzione del caso. Ci sono momenti davvero potenti: le due decapitazioni, il dissanguamento del solito uomo qualunque mentre è ancora in vita, la trasformazione di Cindy. Il mio preferito resta, però, il racconto del soggiorno transilvano con le fondamentali sequenze dell’incubo di Derek e dell’attacco del pipistrello, efficacemente illustrate da Trigo, qui giunto alla sua terza e ultima prova nella serie. Comunque più altalenante, nel complesso, la qualità delle sue tavole rispetto alle precedenti performance, soprattutto nella parte finale. Il punto debole della sceneggiatura è invece rappresentato dal particolare che Dylan non riesce a ricordare, un classico del giallo argentiano che stavolta non convince: il mancato riflesso nell’acqua non è una cosa di cui ci si può dimenticare. Resta, poi, forse volutamente inspiegato il motivo per cui la sensuale Vera Barret vuole uccidere Dylan; il nostro avanza qualche ipotesi, ma davvero non sembra così importante. A proposito di Vera è da notare come Dylan non si tiri indietro di fronte all’approccio di una sconosciuta. Altri tempi, altro personaggio, sessualmente disinibito, rispetto, ad esempio, alla gestione Gualdoni in cui si mostrava a volte quasi timido e imbranato con le donne. Groucho in splendida forma con battute, anche a tema, che provocano l’irritazione del suo capo. Copertina di Villa altamente spoilerosa in cui sono da evidenziare nuvole davanti e dietro la luna, anomalia già presente nella copertina del n. 3 e che si ripeterà anche esattamente un anno dopo in Morgana.

Curiosità: A pag. 75 Cindy, in preda a una crisi d’astinenza, fa cadere da uno scaffale il Dracula di Bram Stoker.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: Sì (1, Carol)

CITAZIONE: “Che vuoi che ti dica? Che è stato Dracula?.. Lo sai meglio di me che lui è l’ultimo in graduatoria dopo una sfilza di pazzi assassini.. c’è chi li chiama mostri, ma sono sempre figli di questo mondo..

VOTO:  8

Soggetto: Sclavi (14)
Sceneggiatura: Ferrandino (1)
Disegni: Trigo (3)

Nessun commento:

Posta un commento