domenica 8 marzo 2020

Dylan Dog #14 - Fra la vita e la morte


Il padre di Jill Brady è morto. Complicazioni imprevedibili in un banale intervento chirurgico... Fatalità. Certo può accadere, ma Jill non è convinta. Qualcosa si muove nei sotterranei del General Hospital, troppe morti sospette si accavallano e Dylan Dog intuisce l'esistenza di un esperimento incredibile. Chi c'è dietro tutto questo orrore? Il professor Hicks è davvero all'oscuro di tutto?


Discreta storia che vede l'esordio di Mignacco alla sceneggiatura, con Sclavi che per la seconda volta consecutiva delega l'incombenza ad altri firmando il solo soggetto. La trama, parecchio derivativa, prende a modello il romanzo Coma Profondo di Robin Cook e la sua omonima trasposizione cinematografica diretta da Michael Chricton, innestandovi elementi tipici dei medical thriller, deliri carnali alla Cronenberg e un pizzico di soprannaturale. Di quest’ultimo si abusa un filo oltre visto che l’esperienza extra-corporea finisce con il coinvolgere ben tre personaggi. Dylan è paranormalmente empatico, ci sta, si poteva evitare di farla vivere  in prima persona anche alla bellissima Jill che, peraltro, si era già imbattuta nell’”anima” del padre. Da segnalare anche i dialoghi non all’altezza delle sceneggiature firmate da Sclavi, in buona parte più virati verso il genere action che all’horror; lo stesso Mignacco sembra fare mea culpa a pag. 77 quando Dylan esclama “Perché diavolo continuo a sparare come in un telefilm?”. Tra le cose meno convincenti anche l’incredibile coincidenza con la quale Dylan scopre il filo conduttore tra le vittime (il B.A.O.D.). Groucho in formissima e involontariamente decisivo per la risoluzione del caso. Finale aperto da classico horror che chiude degnamente un albo comunque solido, sebbene privo di ambizioni contenutistiche "alte" a differenza di buona parte dei predecessori.  La storia ha inoltre il merito di introdurre nella serie il personaggio del Dr. Hicks, antagonista di spessore per Dylan e ingiustamente dimenticato dopo il primo quinquennio di vita editoriale, salvo poi essere ripescato in tempi più recenti da Bilotta nella sua saga del Pianeta dei Morti. Qui si presenta come un medico particolarmente antipatico e non in buoni rapporti con Dylan, salvo poi salvargli la vita con un’operazione chirurgica e svelare la sua natura di mad doctor nel finale. Disegni molto buoni, in particolare la macelleria della cella frigorifera degli orrori, dedicata agli stomaci forti. Nel patchwork di arti cadaverici si intuisce il Piccatto che sarà in futuro. Piccolo omaggio a Gene Wilder che presta il suo volto a quello del barbone ucciso nel vicolo. La copertina di Villa ci regala un inedito Dylan nudo disteso sul tavolo operatorio. Per chi l'ha provata come il sottoscritto, l'anestesia totale è davvero un'esperienza terrorizzante: è così che immagino la morte quando arriverà, tra un centinaio d'anni o giù di lì.

Curiosità: (1) A proposito del dottor Hicks, dall'editoriale apprendiamo come Sclavi non si fosse assolutamente ricordato di aver dato lo stesso nome al medico precedentemente apparso nel n. 7, creando involontariamente un caso di omonimia. Verità o presa in giro per i lettori? Fatto sta che, nel prosieguo della serie,verrà svelata una parentela tra i due. (2) Si parla una volta tanto di calcio, ed è quasi una rarità per Dylan Dog, con il passaggio (flop) di Ian Rush alla Juventus.


BODYCOUNT: 4

TIMBRATURA: Sì (1, Jill)

CITAZIONE: “Questo è il confine tra la vita e la morte, è il nulla e l’assurdità, è il macello a cui tutti arriveremo, prima o poi..”

VOTO: 7

Soggetto: Sclavi (15)
Sceneggiatura: Mignacco (1)
Disegni: Piccatto (2)

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