Il padre di Jill Brady è morto. Complicazioni imprevedibili in un banale
intervento chirurgico... Fatalità. Certo può accadere, ma Jill non è
convinta. Qualcosa si muove nei sotterranei del General Hospital, troppe
morti sospette si accavallano e Dylan Dog intuisce l'esistenza di un
esperimento incredibile. Chi c'è dietro tutto questo orrore? Il
professor Hicks è davvero all'oscuro di tutto?
Discreta storia che vede l'esordio di Mignacco alla sceneggiatura, con
Sclavi che per la seconda volta consecutiva delega l'incombenza ad altri
firmando il solo soggetto. La trama, parecchio derivativa, prende a modello il
romanzo Coma Profondo di Robin Cook e
la sua omonima trasposizione cinematografica diretta da Michael Chricton,
innestandovi elementi tipici dei medical thriller, deliri carnali alla
Cronenberg e un pizzico di soprannaturale. Di quest’ultimo si abusa un filo
oltre visto che l’esperienza extra-corporea finisce con il coinvolgere ben tre
personaggi. Dylan è paranormalmente empatico, ci sta, si poteva evitare di
farla vivere in prima persona anche alla
bellissima Jill che, peraltro, si era già imbattuta nell’”anima” del padre. Da
segnalare anche i dialoghi non all’altezza delle sceneggiature firmate da Sclavi,
in buona parte più virati verso il genere action che all’horror; lo stesso
Mignacco sembra fare mea culpa a pag.
77 quando Dylan esclama “Perché diavolo
continuo a sparare come in un telefilm?”. Tra le cose meno convincenti
anche l’incredibile coincidenza con la quale Dylan scopre il filo conduttore
tra le vittime (il B.A.O.D.). Groucho in formissima e involontariamente
decisivo per la risoluzione del caso. Finale aperto da classico horror che chiude
degnamente un albo comunque solido, sebbene privo di ambizioni contenutistiche
"alte" a differenza di buona parte dei predecessori. La storia ha inoltre il merito di introdurre
nella serie il personaggio del Dr. Hicks, antagonista di spessore per Dylan e
ingiustamente dimenticato dopo il primo quinquennio di vita editoriale, salvo
poi essere ripescato in tempi più recenti da Bilotta nella sua saga del Pianeta dei Morti. Qui si presenta come
un medico particolarmente antipatico e non in buoni rapporti con Dylan, salvo
poi salvargli la vita con un’operazione chirurgica e svelare la sua natura di mad doctor nel finale. Disegni molto buoni,
in particolare la macelleria della cella frigorifera degli orrori, dedicata
agli stomaci forti. Nel patchwork di arti cadaverici si intuisce il Piccatto
che sarà in futuro. Piccolo omaggio a Gene Wilder che presta il suo volto a
quello del barbone ucciso nel vicolo. La copertina di Villa ci regala un
inedito Dylan nudo disteso sul tavolo operatorio. Per chi l'ha provata come il
sottoscritto, l'anestesia totale è davvero un'esperienza terrorizzante: è così
che immagino la morte quando arriverà, tra un centinaio d'anni o giù di lì.
Curiosità: (1) A proposito del dottor Hicks, dall'editoriale
apprendiamo come Sclavi non si fosse assolutamente ricordato di aver dato lo
stesso nome al medico precedentemente apparso nel n. 7, creando
involontariamente un caso di omonimia. Verità o presa in giro per i lettori?
Fatto sta che, nel prosieguo della serie,verrà svelata una parentela tra i due.
(2) Si parla una
volta tanto di calcio, ed è quasi una rarità per Dylan Dog, con il passaggio
(flop) di Ian Rush alla Juventus.
BODYCOUNT: 4
TIMBRATURA: Sì (1, Jill)
CITAZIONE: “Questo è il confine tra
la vita e la morte, è il nulla e l’assurdità, è il macello a cui tutti
arriveremo, prima o poi..”
VOTO: 7
Soggetto: Sclavi (15)
Sceneggiatura: Mignacco (1)
Disegni: Piccatto (2)
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