Rick Samson è avviato a
diventare un'autentica stella del cinema. Possiede qualcosa che agli altri
manca... La "bestia", dice lui; una energia primordiale che dona alla
sua recitazione un'espressività senza pari. Peccato che questa energia non si
limiti ad applicarla soltanto al suo lavoro! Eh già, perchè Rick è davvero un
brutto tipo, soggetto a spaventosi accessi di collera, tanto repentini, quanto
violenti. Che quella "bestia" non sia soltanto una metafora della sua
arte? Dylan ne è convinto e cercherà, del tutto inutilmente, di mettere in
guardia la compagna di Samson, l'adorabile, dolcissima Julianne...
Dopo aver rimestato nel torbido
delle serie TV con La famiglia Milford, in questo n. 209 Medda sposta il
suo ironico sguardo critico verso il dorato mondo del cinema. L’indagine di
Dylan si concentra su Rick Samson ispirato (come ci viene rivelato nell’Horror
Club), non tanto nell’aspetto fisico quanto caratterialmente, all’attore Russel
Crowe e alle intemperanze che riempirono i rotocalchi nelle fasi iniziali della
sua carriera ad alto livello. Altre citazioni plateali di esponenti dello star
system hollywoodiano sono Leo De Carlo e Scott Ripley (con il suo film “Son of the
Gladiator”) insieme ad altri omaggini sparsi qua e là. Kostas Stavros, l’agente di Samson, ha invece
un cognome di sclaviana memoria. Non troviamo guizzi o soluzioni
particolarmente originali, ma ci sono i dialoghi che ti aspetteresti, e Dylan,
Groucho e Bloch si comportano come dovrebbero (anche se il nostro non “timbra”);
manca forse un po' di splatter, gli omicidi sono pochini, comunque il lettore
"si sente a casa". Se devo trovare un difetto, non capisco perché Julianne
insista a coinvolgere l’indagatore dell’incubo anche dopo la sfuriata del suo
boy friend, tanto da invitarlo alla prima di “Of Mice and Men” (con Dylan e
Groucho in improbabili abiti di gala) e poi addirittura a cena nella lussuosa
villa di Samson. A Medda piace infierire sull'antipatico di turno con una certa
soddisfazione, qui non si smentisce, rimediando a una risoluzione del caso fin
troppo banale. Non è uno degli albi in cui il lavoro di Casertano riesce a fare
la differenza come in altre occasioni, ma il buon Giampiero si conferma irraggiungibile
quando si tratta di disegnare personaggi sotto la pioggia battente (anche se qui
sono solo poche vignette). Ottima la realizzazione dell’effetto “film” nella sequenza
al cinema e notevole il volo di De Carlo a pag. 50. Non mi convince invece la
bestia confezionata da Stano in copertina, né per la colorazione (troppo scura),
né per la sovrapposizione di Dylan che ha un effetto che pare posticcio.
In conclusione, un'indagine
standard, quasi di routine per il nostro Old Boy, che si attesta su livelli di
sufficienza.
Curiosità: (1) Se Samson nell’albo
riesce sempre a scampare dai guai con la giustizia, non altrettanto fece la sua
controparte reale Russel Crowe che nel 2005 venne arrestato a New York per
aggressione dopo avere colpito in faccia, con un telefono, un impiegato
dell'albergo dove alloggiava. (2) Dylan torna ad avvalersi dell’aiuto di Stan, l’archivista
esperto informatico conosciuto nel n. 198 La legge della giungla. (3) Il
romanzo Uomini e topi di John Steinbeck, omaggiato da Medda nell’albo, è
stato realmente trasposto per il grande schermo due volte: la prima nel 1939
(con Lon Chaney Jr. nei panni di Lennie), la seconda nel 1992 (con John
Malkovich nelle vesti del protagonista). (4) Nell’Horror Club (inedito) viene
pubblicato un bel disegno di Fabio Celoni che raffigura Paperino in versione Dylan
Dog.
BODYCOUNT: 3
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “L’ho guardato negli occhi e non ho visto un
essere umano… Ho visto lo sguardo di una bestia assetata di sangue”.
VOTO: 6
Soggetto: Medda (12)
Sceneggiatura: Medda (12)
Disegni: Casertano (27)

Concordo col voto: tanto mi era piaciuta la critica alle serie tv nel n. 203, tanto mi ha lasciato fredda questa sul cinema nel n. 209.
RispondiEliminaRicordo vagamente una polemica internettiana sulla bava alla bocca di Dylan in copertina, ma non rammento i dettagli. Sono andato a controllare sul sito della Bonelli e la bava c'è sull'originale e sulla ristampa, mentre è stata tolta nel book.
Di questa polemica della bava di Dylan non sapevo nulla. Il motivo??
EliminaNon ricordo bene: mi pare fosse intervenuto anche Medda sul vecchio blog, manon ne sono certo. Comunque ho controllato sulla mia copertina e la bava non c'è, quindi non so che copertina abbiano scansionato sul sito Bonelli. Mentre la bava c'è sull'anteprima del n. 208.
EliminaNon vorrei che ci fossero in circolazione copie in cui c'è la bava e copie in cui non c'è 😵💫 .
Leggi il terzultimo messaggio di pagina 2 nella discussione su Craven road!
EliminaNon ci avevo mai pensato. Non sono così malizioso evidentemente.
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