lunedì 29 settembre 2025

Almanacco della paura 2004 - Le notti di Halloween

 

Holmwood è un tipico, tranquillo paese della campagna inglese, ma il bosco che lo fiancheggia non gode della stessa fama. Da anni, o forse secoli, la notte di Ognissanti registra, da quelle parti, misteriose scomparse di viandanti. Anche i genitori di Luna Walters sono svaniti nella nebbia che si leva da tempi immemorabili in quella notte magica nel bosco di Holmwood… E alla coraggiosa giovane donna non resta che ritornare in quel luogo sinistro, non senza essere prima ricorsa, però, ai buoni uffici di un certo Dylan Dog…

Con Sclavi ormai latitante, Chiaverotti, Ambrosini e Manfredi concentrati sulle proprie creazioni, Mignacco e Medda con mani e piedi in altre serie, in Via Buonarroti c’era ai tempi l’evidente necessità di aggiungere forze fresche al reparto degli sceneggiatori dylaniati. Nel 2004 saranno ben tre i debuttanti, il primo dei quali, Gianfranco Marzano, sarà anche il più prolifico, sebbene se ci sarebbe voluto ancora qualche anno per vedere comparire il suo nome sulla serie regolare. Torinese, classe 1969, Marzano si era laureato al Dams in “Storia del cinema italiano” e negli anni ’90 aveva realizzato cortometraggi, videoclip, filmati istituzionali affiancando progressivamente alla sua attività di filmaker la passione per il mondo del fumetto. Prima di approdare su Dylan Dog si era cimentato, in qualità di sceneggiatore-disegnatore, in una sua serie autoprodotta (Gekman), collaborando poi con fanzine locali e partecipando ad altre iniziative fumettistiche locali. In questo suo esordio Marzano decide di giocare abbastanza sul sicuro, puntando su una avventura on the road per Dylan, una formula rodata e in passato anche fortunata per altri autori, che però, essendo stata usata molte volte, deve scontare necessariamente una certa prevedibilità. Si parte con un prologo interessante con gli zombi che emergono da una fitta nebbia; quello vestito da soldato a pag. 38, tra l’altro, ha fatto sobbalzare il mio cuore da horrorofilo ricordandomi non so perché, visto che non c'entra nulla, i nazi-zombi de L'occhio nel Triangolo (Shock Waves, 1977, di Ken Wiederhorn). E' palese però che il riferimento cinematografico più diretto nel concepimento del soggetto qui sia Fog (The Fog, 1980) di John Carpenter. Nel seguito della narrazione Marzano mostra però di non essere subito entrato in piena sintonia con il personaggio. Troviamo qui un Dylan piuttosto passivo e “ingessato”, incredibilmente compassato nel suo studio mentre ascolta il racconto della sua cliente, a tratti spettatore più che attore della vicenda, salvo risvegliarsi nella parte finale. Non lo aiuta l'interazione con i comprimari vuoi perché stereotipati, vuoi perchè anonimi (Luna). Da notare che il caso rimane sostanzialmente irrisolto, forse perchè all'autore interessava di più creare un'atmosfera horrorifica (intento lodevole ma) a costo di sacrificare coerenza di sceneggiatura. Ad affiancare l'esordiente Marzano, ritroviamo ai disegni un veterano come Roi che qui ci offre una prova molto buona. Da citare in particolare tutte le tavole avvolte nella nebbia con zombi e mastini (su tutte quella grande a pag. 113 o 79° tavola), Dylan insonne e gli incubi di Luna da fine pag. 59 a pag. 62 (da 25° a 28° tavola) in una notte buia buia, i primi piani della mamma di Luna nel prologo. Nelle tavole "diurne", invece, il grande Corrado purtroppo palesava di aver perso qualcosa rispetto al suo glorioso passato. Se presa nella sua totalità (fronte e retro), trovo apprezzabile anche la copertina di Stano che dimostra ancora una volta di aver ben pochi rivali in Bonelli quando si tratta di disegnare zombi.

Accettabile.

Dei dossier dell’Almanacco non so se parlerò ancora in futuro, perché ormai finisco ogni volta per ripetere più o meno le stesse cose. “Dame in nero”, “La mummia”, “Wes Craven”, “Frankenstein” sono tutti argomenti che avrebbero meritato molto più spazio ed approfondimento; vanno giusto bene per i neofiti. Le panoramiche su libri e film sono forse un filo più condite che negli anni immediatamente precedenti, ma sono sempre troppo scarne. Non ricordavo venisse menzionato il film Below di David K. Thwoi, horror ambientato in un sottomarino, che peraltro non ho mai visto (e leggendo le recensioni in rete temo di non essermi perso nulla).

Curiosità: Strano che una storia ambientata la notte di Halloween sia stata pubblicata nel mese di marzo. Che fosse originariamente destinata a qualche altra testata?

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: Sì (1, Luna)

CITAZIONE: “Le uniche costanti di questa storia sono il luogo, Holmwood, la notte di Halloween, i corpi non rinvenuti e il fatto che gli scomparsi sono tutti forestieri”.

VOTO: 6

Soggetto: Marzano (1)

Sceneggiatura: Marzano (1)

Disegni: Roi (41)



4 commenti:

  1. A me è piaciuta molto: la considero la miglior storia non barbatiana del 2004. Tra l'altro, ci ho trovato una scrittura più fluida rispetto ad alcune storie di Marzano pubblicate successivamente sui maxi e assai più verbose: mi è venuto il dubbio che quelle storie siano state scritte prima di questa, quando Marzano aveva meno mestiere, ma non ho riscontri al riguardo.

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    1. La miglior storia non barbatiana dell'anno l'ha scritto Ruju.

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  2. Mi piacciono queste risposte criptiche, in cui dici e non dici 😆.

    Pensa che io ero indeciso tra Marzano e Masiero!

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    1. Magari rileggendo rivaluto qualcosa e potrei contraddirmi.

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