giovedì 4 gennaio 2024

Dylan Dog #162 - Il dio prigioniero

 

Jody è la sola che riesce a parlare con Lui, il gigante delle profondità, la meraviglia tentacolare imprigionata nel luna-park marino di Neptuneland... La piccola Jody sente la sua voce e il suo dolore. Lui conosce le sordide trame dell'ammiraglio Heine e sa come fermarle. Ma per farlo, deve poter spiegare la sua potenza nelle acque dell'oceano. Deve tornare a essere libero!

Il canto della sirena, apparsa su Gigante n. 5, è indubbiamente una delle storie più apprezzate di Pasquale Ruju. Era inevitabile, dunque, che prima o poi ne venisse realizzato un seguito; seguito che praticamente venne messo in cantiere quasi da subito visto che, come ci viene rivelato nel Club dell’Orrore (inedito), a Daniele Bigliardo (già disegnatore del primo capitolo) sono occorsi ben tre anni per realizzare i disegni di questo n. 162. Tornano dunque alcuni dei personaggi già conosciuti a bordo della Scylla, così come la “Transcorp”, la losca organizzazione criminale che si occupa di stoccare occultamente rifiuti tossici per conto terzi in barba a tutti i trattati sull’ambiente. I risultati non sono esattamente gli stessi. Ecco infatti il soggetto del Dio Prigioniero: Dylan Dog viene invitato dal conoscente Le Duc all'inaugurazione di un parco acquatico. A pag. 86 (86!!, 86!!) Dylan salva la figlia di Le Duc da una coppia di killer (dopo averla lasciata rischiosamente indagare per i fatti suoi), poi salva tutti i visitatori del parco acquatico da un inarrestabile allagamento provocato da un calamaro gigante che accoppa solo i “cattivi”. Fine. Tutto quello che succede prima, durante e dopo è totalmente, o quasi, estraneo alle azioni compiute dall’indagatore dell'incubo. Ah sì, Dylan trova comunque il tempo di trombare la figlia del comandante. Troppo poco come contributo alla causa, però. A me Il canto della sirena piace, ma una volta la scarsa partecipazione di Dylan la posso giustificare, anche in considerazione del fatto che la storia è fuori dalla serie regolare e contiene anche elementi orrorifici, come le sirene in versione predatrici. Due no. Qui potrebbe anche non esserci del tutto e sarebbe cambiato poco nell’economia della vicenda. Di horror, poi, questo n. 162 al massimo può provocare gli incubi di un'indigestione di insalata di mare. Ruju sa scrivere bene, lo fa anche qua a tratti quando si ricorda di stare lavorando a un albo di Dylan Dog, ma siamo davvero troppo distanti dalle atmosfere della serie. Ci troviamo invece immersi, letteralmente, in pieno genere "avventura" in salsa action, con una spruzzata di messaggi ecologisti e animalisti un tanto al chilo, con il nostro che si trova a indossare ancora una volta i panni del Bruce Willis per caso, un po’ come in Goliath che almeno aveva il pregio di essere maggiormente orrorifico. I numerosi personaggi sono caratterizzati abbastanza bene (tranne alcuni ridotti a macchiette come i gemelli killer), considerato il poco spazio che ciascuno ha a disposizione, anche se la distinzione tra buoni e cattivi è davvero troppo netta ed è evidente anche a livello somatico. Non basta certo la sorpresa finale sull’identità del misterioso informatore a rimescolare le carte. Da salvare la scena della "fine dell'aragosta". Bellissimi i disegni di Bigliardo, particolarmente ispirato nel rappresentare una Charlotte molto sensuale e "pettoruta", come anche Groucho (qui autore di battute pessime) ha modo di sottolineare. Stupende le sequenze notturne e quelle sottomarine e in generale, valorizzate da un utilizzo del nero particolarmente incisivo. Ci avrà messo tanto a disegnare le tavole di quest’albo, ma ne è valsa la pena! La copertina di Stano non riesce a far risaltare l’effetto vetro dietro cui Dylan e Jody dovrebbero stare; e quel tentacolo proprio non mi piace.

BODYCOUNT: 7

TIMBRATURA: Sì (1, Charlotte)

CITAZIONE: “E ritorni giù, dentro il mare profondo verso il centro del mondo da dove sei nato. Poi ancora più giù, finché avrai capito che il tuo viaggio non è mai finito. Perché l’abisso che vedi è dentro di te”.

VOTO: 5

Soggetto: Ruju (27)

Sceneggiatura: Ruju (27)

Disegni: Bigliardo (3)

4 commenti:

  1. Forse al 6 ci arrivo, ma in linea di massimo concordo con le tue parole! Peccato, perché apprezzo i due Le Duc e le atmosfere marine.

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    1. Le atmosfere marine raramente hanno portato fortuna a Dylan Dog. Comunque mi preoccupo quando siamo d'accordo sulle valutazioni! 😀

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    2. Ma dici che non hanno portato fortuna al personaggio Dylan o alla qualità delle storie? Perché la qualità delle storie marine è sempre stata abbastanza alta: una parte di “Cagliostro”, “La scogliera degli spettri”, “Il lungo addio”, “Titanic”…

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    3. A parte Titanic, nessuna delle storie che tu citi la considero "marina". Al massimo "marittima", ma solo in parte. Io intendo del tutto o per la gran parte ambientata su una nave o sulla superficie o sotto il mare.

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