martedì 2 gennaio 2024

Dylan Dog #160 - Il druido

 

Cosa si aggira per i campi di Ancient Rock? Tutti lo chiamano il Druido, sacerdote di antiche divinità sanguinarie. Si nutre di odio e alimenta le faide e i rancori del piccolo paese, è un fantasma omicida che celebra un eterno rito di fertilità. Dylan Dog deve affrontare i poteri più oscuri della natura stessa, dèi della terra che concedono agli uomini i frutti del raccolto, ma chiedono un tributo di sangue!

Riprendiamo il nostro viaggio nell'epopea dylaniata in ordine cronologico. L’onore e l’onere di aprire il nuovo millennio sulle pagine di Dylan Dog tocca allo stesso autore che aveva chiuso quello vecchio: Pasquale Ruju. Anche in quest’albo sono assenti eventi apocalittici a favore di un sano tuffo nell’horror rurale che si ispira da vicino a quelli che allora erano i principali modelli cinematografici di riferimento del sottogenere: The Wicker Man (1971, di Robin Hardy) e Grano Rosso Sangue (Children of the Corn, 1984, di Fritz Kiersch), tratto dal folgorante racconto di Stephen King I figli del grano ed omaggiato dal titolo del secondo capitoletto di questa storia. Ne esce fuori un buon albo, valorizzato da un’ambientazione tutto sommato inusuale per la serie (a parte i menhir visti più volte) e con personaggi sì stereotipati ma ben caratterizzati. Ruju sperimenta qui alcune soluzioni narrative interessanti. Prima di tutto l’inizio in medias res, con Dylan prigioniero, seguito dal flashback che racconta come il nostro sia finito in quella scomoda situazione. C’è poi il tentativo di uscire dai classici schemi della tradizionale griglia bonelliana, con una scansione delle vignette meno convenzionale che sembra voler avvicinare il fumetto al linguaggio cinematografico (vedi ad es: pagg. 38 e 39 e la bella sequenza, inframezzata da dissolvenza in nero delle pagg. 48-49).  Un tentativo riuscito solo a metà, però, perché non adeguatamente supportato dai disegni di Freghieri che spesso innesta il pilota automatico, risultando poco incisivo; l’intenzione resta lodevole comunque. Peccato per i troppi colpi di scena concentrati nel finale:

ATTENZIONE SPOILER!

Prima il nonno, poi il padre, la madre e alla fine spunta fuori che è il maggiordomo, aiutato dal guardiacaccia (d’altronde, come direbbe Groucho, si sa che il colpevole è sempre il maggiordomo!)

FINE SPOILER

che finiscono per spogliare di pathos e vera sorpresa la scoperta dell'identità del druido, che alla fin fine poteva essere chiunque senza che nulla cambiasse.

Copertina spettacolare ad aprire un’annata che per Stano si rivelerà molto fortunata.

Curiosità: (1) Nella Post (inedito) il commosso ricordo a Gustavo Trigo, disegnatore dei nn. 2, 6 e 13, scomparso qualche mese prima. (2) Nelle campagne inglesi i contadini normalmente mangiano spaghetti? A leggere questa storia parrebbe di sì!

BODYCOUNT: 7

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “E’ una leggenda locale. Il fantasma di uno stregone sanguinario, che si aggira nella notte e rapisce i giovani che si attardano nel campo dopo il raccolto, per sacrificarli alla Madre Terra”.

VOTO: 7

Soggetto: Ruju (26)

Sceneggiatura: Ruju (26)

Disegni: Freghieri (25)

1 commento:

  1. Storia leggibile ma presto dimenticabile. Freghieri non al suo meglio in fase ritrattistica (mi colpì in negativo la ragazza di vent’anni con capigliatura da bambina dell’asilo), mentre le atmosfere sono abbastanza soffocanti.

    Curioso che da una storia così trascurabile siano nate tre copertine (Stano nella regolare, Roi nella “Grande ristampa”, Casertano in “Viaggio nell’incubo”) una più bella dell’altra.

    RispondiElimina